Ricerca per tag: 'raccolta'
IL VOLUME DELLE GIOCATE DIVISO PER IL NUMERO DEI GIOCATORI CHE LE HANNO EFFETTUATE DENUNCIA LA DIFFUSIONE E LA GRAVITÀ DELLA DIPENDENZA DA GIOCO D'AZZARDO
Secondo i dati diffusi da aams, nel 2018 la raccolta dei giochi d'azzardo, cioè l'insieme delle giocate, ha raggiunto la somma di 107,3 mld di euro, in lire più di 200 mila miliardi, segnando, nonostante i proclami politici contro l'azzardo e le "azioni" di prevenzione e contrasto, un più 5% rispetto all'anno precedente.
Per arrivare a un valore medio attendibile, significativo, questa somma deve essere divisa per il numero di giocatori. Ma quale, tutti gli italiani, "neonati compresi", come propongono coloro che definiscono "ludopatia" la dipendenza da gioco d'azzardo e "proibizionismo" ogni tentativo di regolamentare l'offerta di azzardo o addirittura, come pure suggeriscono, sostituire la raccolta con la spesa, ottenuta sottraendo alla prima le vincite?
Se il gioco d'azzardo avesse solo un valore economico, questo sistema avrebbe forse una sua ragionevolezza, ma parlando di disturbi da gioco d'azzardo risulta evidente che il dato da prendere in considerazione non può che essere la raccolta, cioè la somma comunque immessa nel circuito del gioco d'azzardo, leggibile anche in termini di tempo speso per il gambling, suddivisa per il numero dei giocatori che l'hanno prodotta.
Ci sono evidenze scientifiche attendibilissime (studi recenti dell'Istituto superiore di Sanita e del CNR) che consentono di determinare in 18 milioni il numero di italiani che hanno giocato d'azzardo almeno una volta nel 2018.
In media, quindi, ognuno di essi avrà giocato e rigiocato d'azzardo circa 6.000 euro/anno (€ 5.961,11), ogni giorno € 16,33.
Applicando l'altro sistema è come se, discutendo di diffusione e gravità della dipendenza da alcool in Italia, sapendo che una famiglia di 5 persone consuma un litro di vino al giorno, dividessimo il vino consumato per i componenti della famiglia, arrivando a conclusioni (falsamente) tranquillizzanti, considerando che il consumo medio apparirebbe di 100 ml di vino a pasto, meno di un bicchiere ciascuno.
E questo sarebbe sicuramente il sistema utilizzato dalla "filiera" enologica. Ma se apprendessimo da ricerche terze che in quella famiglia, la moglie fosse astemia e i tre figli di 2, 5 e 8 anni, ovviamente non bevessero alcolici, dovremmo concludere che tutto il vino lo ha bevuto una sola persona e sarebbe ipocrita esporre false medie "neonati compresi", per tranquillizzare le persone e continuare a fare business.
Nonostante gli immaginabili artifici logici e dialettici della filiera per giustificarlo e mascherarlo, il dato reale sarebbe molto preoccupante, anzi drammatico.
Postato il 28/06/2019 10:58 in 'Aggiornamenti' da Asteriti Avv. Osvaldo
Il post è stato visitato 42349 volte.
Ci sono 0 commenti (46 ancora da verificare), commenta anche tu.
Tags: gioco d'azzardo - raccolta - dipendenza
GLI ITALIANI NEL 2017 HANNO GIOCATO D'AZZARDO IN MEDIA 6.000 EURO
La previsione è stata avanzata dall'Ufficio Parlamentare di Bilancio, un organismo indipendente costituito nel 2014 con il compito di svolgere analisi e verifiche sulle previsioni macroeconomiche e di finanza pubblica del Governo.
L'Ufficio mette in evidenza che "Tra il 2000 e il 2016, la raccolta complessiva da giochi, indice dell'ampiezza del mercato, è aumentata di cinque volte, passando in termini reali da 20 a circa 96 miliardi di euro.
Questo dato, assolutamente degno di fede, stante l'autorevolezza dell'organo da cui promana, deve essere incrociato con il numero dei giocatori che, con le loro puntate, lo hanno determinato.
Secondo una ricerca del CNR, i cui risultati sono stati resi noti solo pochi giorni fa, nel 2017, coloro che hanno giocato d'azzardo almeno una volta sono stati circa 17 milioni.
Incrociando queste due grandezze, si scopre che ogni giocatore ha speso in giochi d'azzardo in media 6.000 euro all'anno, 500 euro al mese.
La cifra, di per sé eclatante, rappresenta un dato medio che non esiste, il che vuol dire che per ogni giocatore che ha giocato meno della cifra media, uno o più giocatori hanno puntato somme più elevate.
Non è importante determinare quale sia la c.d. "spesa effettiva", cioè la differenza tra quanto giocato e quanto vinto, in media dai giocatori, ma concentrare l'attenzione esclusivamente sulla somma giocata, determinandola correttamente, dividendo cioè la raccolta per il numero dei giocatori che l'hanno determinata, non per gli italiani tutti, neonati compresi.
Il dato drammatico, che lancia un gravissimo allarme socio-sanitario, è che i n media ogni giocatore abbia giocato d'azzardo 6.000 euro a testa in un anno. E' questo il dato su cui riflettere e che dovrebbe determinare le scelte politiche in materia di azzardo legale.
Postato il 09/05/2018 14:55 in 'Aggiornamenti' da Asteriti Avv. Osvaldo
Il post è stato visitato 8290 volte.
Ci sono 0 commenti, commenta anche tu.
Tags: gioco d'azzardo - monopoli - raccolta - Gap
I MONOPOLI FANNO SPARIRE IL DATO DELLA RACCOLTA DALLA COMUNICAZIONE DEI DATI SUL GIOCO
Tra i dati pubblicati, manca quello della "raccolta", definita dai monopoli, come "l'insieme delle puntate effettuate dalla collettività dei giocatori".
La mancanza non è casuale ed è certamente da mettere in relazione alla pubblicazione dei dati, relativi alle sole macchinette, suddivisi per Comune, recentemente apparsa su un sito giornalistico, che indicava, invece, la "raccolta", suscitando in tal modo la vivace protesta degli operatori del gioco, che lamentavano appunto la mancanza del dato della "spesa", ottenuto per differenza tra raccolta e vincita, denunciando un grave attentato alla "verità".
In realtà, quando si parla di gioco d'azzardo, il dato rilevante è proprio quello della raccolta, e non la "spesa", dato artificiale e inutile, perché l'insieme delle giocate rappresenta l'unico elemento in grado di "fotografare" in modo realistico il fenomeno, anche perché una raccolta di importo elevato svela le reali abitudini e la propensione al gioco d'azzardo degli italiani, a differenza del dato artificiale e manipolatorio della "spesa".
La "raccolta", oltre a rappresentare un elemento per la valutazione economica del fenomeno, denuncia anche il numero di azioni di gioco che la determinano, come riconosciuto nella stessa definizione che ne forniscono i monopoli, lanciando per tale via un allarme relativo al pericolo dipendenza che caratterizza il gioco d'azzardo.
E' questo il vero motivo per il quale i monopoli e altri attori del settore cercano in tutti i modi di ridurla, oscurarla, esorcizzarla, cercando di sostituirla con un elemento addomesticato e rassicurante come la spesa, un dato "muto", che non comunica niente, ma serve solo a offuscare l'elemento in grado di lanciare un reale allarme in materia di pericolo per la salute dei giocatori.
Sul sito dei monopoli finora compariva l'entità della raccolta, appunto l'insieme delle puntate, con tutta la sua valenza suggestiva ed emblematica della gravità della situazione, con accanto l'indicazione della spesa, nel tentativo di depotenziarla.
Nell'ultimo rilascio di dati, invece, con una soluzione silenziosamente abortiva, la raccolta è addirittura sparita del tutto, sostituita dal dato posticcio della spesa.
Cercando in tale modo di far dimenticare che nel 2016 gli italiani hanno effettuato puntate per 96 miliardi di euro, compiendo miliardi di operazioni di gioco, avvicinandosi in tal modo al pericolo dipendenza. Indicando il dato della "spesa", si cerca di nascondere questa circostanza, di farla dimenticare, di nascondere la stretta connessione che lega raccolta e giocate, come se bastasse nascondere un problema per eliminarlo.
Un ulteriore esempio, solo l'ultimo della serie, che dimostra come la comunicazione dei monopoli in materia di azzardo sia caratterizzata da evidenti omissioni e manipolazioni.
Postato il 27/01/2018 11:02 in 'Aggiornamenti' da Asteriti Avv. Osvaldo
Il post è stato visitato 9490 volte.
Ci sono 0 commenti, commenta anche tu.
Tags: gioco d'azzardo - comunicazione - monopoli - raccolta - spesa
SE SI INCROCIANO I DATI SUL GIOCO D'AZZARDO DIFFUSI DAI MONOPOLI CON QUELLI SUI GIOCATORI CONTENUTI IN UNA RICERCA ISPAD, SI OTTENE UN RISULTATO SCONCERTANTE, BEN DIVERSO DALLA VERTITÀ UFFICIALE PROPOSTA DA AAMS
L'ingannevolezza di questa tesi è evidente...
Continua a leggere
Postato il 27/05/2016 11:08 in 'Aggiornamenti' da Asteriti Avv. Osvaldo
Il post è stato visitato 8442 volte.
Ci sono 0 commenti, commenta anche tu.
Tags: gioco d'azzardo - raccolta - spesa media
su Facebook