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Se il popolo teme il futuro, dategli l'azzardo

"Le famiglie non comprano e l'economia non gira, ma c'è un articolo che si vende benissimo. Si chiama 'speranza di vincere', possibilmente tanto, per migliorare così, e solo così, la propria vita."

dal sito 'narcomafie.it' un articolo di Francesca Rascazzo


 Crescita zero, mutuo della casa, cassa integrazione: come guardare avanti? Che cosa sperare per il domani? La crisi economica ha improvvisamente colpito le nostre vite tranquille, lasciando a secco i conti correnti e alimentando paura, insicurezza, diffidenza. Stando ai dati Istat, oltre 2 milioni di famiglie (8 milioni di individui, oltre il 13% della popolazione) sono in condizioni di povertà relativa: persone che dispongono, per beni e servizi, di una capacità di spesa pro capite inferiore alla media nazionale. Le famiglie non comprano e l'economia non gira, ma c'è un articolo che si vende benissimo. Si chiama "speranza di vincere", possibilmente tanto, per migliorare così, e solo così, la propria vita. Vincere in televisione indovinando "il pacco", o dal tabaccaio indovinando il terno, oppure grattando la combinazione giusta, o ancora giocando ad un tavolo virtuale, dove i soldi che perdi non li vedi nemmeno, mentre scivolano via dalla carta di credito. In ricevitoria, in sala scommesse, oppure a casa, soli di fronte al computer: il gioco è come, quando e dove vuoi.
Nei tempi morti di un lavoro che manca, nei vuoti relazionali della solitudine quotidiana, il gioco c'è: è lì intorno mentre compri le sigarette, prendi un caffè al bar, fai la spesa. Nei manifesti pubblicitari, nei caroselli televisivi, nei display delle stazioni ferroviarie, nelle pubblicità sul web: è lì, per te. Se il lavoro e la fatica non pagano, potrebbe correre in tuo aiuto la dea bendata a ricompensarti dei sacrifici fatti – allora tenti il tutto per tutto, al più presto, prima che sia qualcun altro a sottrarti il premio.

L'industria del gioco. Tantissimi gli italiani che aspirano ad una vincita multimilionaria, ed "investono" il proprio denaro in gioco, non di rado gli ultimi spiccioli, oppure soldi presi a prestito più o meno legalmente. Ventotto milioni di persone nel 2008 si sono rivolte almeno una volta alla dea bendata, e per un quarto di questi il gioco è stato un appuntamento settimanale (dati Nomisma, 2009).
Lotto, Superenalotto, Bingo, Totocalcio, Slot, Gratta e Vinci, Scommesse e molto altro ancora: parliamo di gambling, il gioco cosiddetto d'azzardo. Per chiarire: quando l'esito del gioco è in larga misura legato al caso e non all'abilità del giocatore, quando per giocare è necessario puntare una somma che, una volta messa in palio, non può più essere ritirata, il gioco si dice d'alea, o d'azzardo. In Italia il gioco d'azzardo è molte cose: un'attività d'intrattenimento che ha appassionato generazioni; motivo di interesse e studio per matematici e probabilisti; un posto di lavoro per gaming manager, gestori di sale da gioco e sale bingo, o più tradizionali croupier. Alcuni giochi dell'azzardo pubblico sono istituzioni nazionali: il Lotto è uno di questi, oltre 500 anni di cabala celebrati nel 2006 con l'emissione di un francobollo.
Si tratta di una vera e propria industria. Anzi, Industria: del calibro di Fiat, Telecom, Enel e Ifim, con un fatturato che non conosce crisi e che nel 2009 ha raggiunto 54,4 miliardi di euro, il 3,7% del Pil, di cui 8,8 miliardi di euro tornati all'erario.

Dipendenze d'azzardo. Il gioco d'azzardo è terreno d'affari per la criminalità organizzata, in cerca di porzioni di mercato – legale ed illegale, utili al riciclaggio di denaro, o in cerca di malaugurati perdenti, indebitati sino al collo e stretti nelle morse dell'usura, con famiglie al seguito.
Il gioco d'azzardo legale è stato anche uno strumento di fiscalizzazione indiretta grazie al quale, nell'arco di un decennio, l'erario ha accumulato proventi in misura inversamente proporzionale al reddito dei giocatori e delle loro famiglie, perché a giocare di più, in rapporto al reddito disponibile, è chi guadagna meno.
Ma il gioco può diventare patologico – e quindi un problema di salute pubblica – quando tavolo verde, Slot, Gratta e vinci, ecc. diventano una dipendenza. Il comportamento di gioco, in questi casi, assume un ruolo centrale nella vita della persona che continua a giocare nonostante le conseguenze negative delle sue azioni. I crescenti debiti, l'abbandono di attività e responsabilità quotidiane, la rottura delle relazioni affettive, la perdita di ogni controllo sul tempo e sul denaro, sono tutti elementi che connotano questa drammatica condizione.
Uno studio dell'Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Ifc-Cnr, Sezione di Epidemiologia e ricerca sui servizi sanitari) condotto analizzando i dati Ipsad-Espad 2007/2008, rileva che tra la popolazione residente in Italia che ha giocato almeno una volta il 19,8% può considerarsi a rischio di incorrere in una dipendenza da gioco d'azzardo. Tra questi, il 12,4% è nella fascia a rischio minimo, il 4,6% è a rischio moderato e lo 0,8%, cioè 120.000 persone, ha un profilo da giocatore patologico.
La stessa ricerca condotta su 45.000 studenti italiani tra i 15 ed i 19 anni ci dice che il 40% di questi nel corso del 2008 ha giocato puntando dei soldi almeno una volta, preferendo Gratta e vinci, Superenalotto, Lotto. A seguire Scommesse e Videopoker, che non sembrano avere grande appeal sulle ragazze, e che spopolano invece tra i coetanei maschi.

Sua maestà, la macchinetta. Ma la "macchinetta", facile, veloce e lontana da sguardi indiscreti, è il gioco che coinvolge più di tutti. Da soli, gli apparecchi elettronici hanno registrato nel 2009 circa 25 miliardi di euro di incassi, la metà dell'intera spesa destinata in gioco, o meglio, della spesa registrata. Stando alle ipotesi degli esperti del settore, infatti, almeno identica è la somma impiegata in giochi elettronici illegali, dove il gioco viene contraffatto dalle organizzazioni criminali che, proprio sul mercato delle Slot, fanno affari e mettono radici.
E se ai giocatori piace la macchinetta, squadra che vince non si cambia, semmai si allarga. Ecco allora che il parco giochi si rinnova: arrivano le Video Lottery Terminal. VLT o Videolotteries che dir si voglia, sono l'evoluzione delle New Slot: una sola macchina con un'offerta di giochi multipla, ai classici motivi da Slot, si aggiungono, infatti, anche i giochi da tavolo verde come Poker, Roulette, Black Jack, Bingo. Avviate al mercato grazie al Dl 39/2009, il cosiddetto decreto Abruzzo, funzioneranno grazie ad un collegamento in tempo reale tra giocatore, concessionario e sistema centrale di gioco. Il controllo remoto del gioco attraverso videoterminale pare sia l'antidoto alla contraffazione del gioco, fino ad oggi possibile con la manomissione delle macchine prima e con la clonazione dei codici identificativi e simulazione del gioco su altro server poi. Con puntate tra i 50 centesimi ed i 10 euro, le VLT sono progettate per restituire non meno dell'85% dell'incasso in vincite. Restituire al vincitore, e più verosimilmente al gioco: tra le modalità di pagamento al giocatore è prevista anche la ricollocazione in gioco dei crediti precedentemente vinti e se è vero anche in questo caso, come già accade per altri giochi, che il 70% delle vincite torna al gioco, la percentuale di denaro in palio dovrebbe ridursi non di poco.
Attenzione: non tutti i luoghi fanno al caso delle VLT. Gli apparecchi videoterminali possono essere installati solo all'interno di sale con attività prevalente di gioco, e che dispongano di aree separate per i giochi riservati ai minori. Agenzie di Scommesse, sale Bingo, Negozi di gioco... spazi cittadini dedicati esclusivamente al gioco: mini casinò, quindi. Ciò vuol dire che le nuove VLT non si sostituiranno alle New Slot, ma andranno ad aggiungersi al panorama dell'intrattenimento e dell'azzardo elettronico di massa, alimentando una porzione di mercato già florida. E vuol dire anche che, sebbene siano ancora spente le luci di Las Vegas sui nostri viali, si fa strada l'idea che il gioco possa salvarci, riempire i luoghi pubblici, colonizzare spazi cittadini promettendo sviluppo. Ma nelle aree urbane in cui sono state aperte le sale scommesse, come diverse ricerche statunitensi rammentano a noi matricole del gambling, si è osservato un aumento di ricchezza solo iniziale, a cui è seguita una maggiore presenza della criminalità sul territorio, con il conseguente impoverimento delle stesse zone. Per carità, giochiamo pure, ma a che prezzo?

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created by: Paolucci Simone