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Con l'azzardo vincono solo le mafie

dal sito 'narcomafie.it' un'altra visione delle problematiche legate al gioco d'azzardo.


Il gioco d'azzardo, più che una risorsa fiscale, è una risorsa per le mafie. Lo dimostra il sequestro di beni per 5 milioni di euro effettuato oggi dai Carabinieri ai danni del clan 'ndranghetista dei Lucà. L'organizzazione indagata riciclava i proventi del narcotraffico acquistando dal reale vincitore del 'Superenalotto' le schedine vincenti e e si faceva poi accreditare le vincite dalla Sisal di Milano su appositi conti correnti.

Il provvedimento di sequestro, che ha riguardato anche due immobili a Marina di Gioiosa Jonica è stato emesso dalla Corte d'Appello di Catanzaro, nei confronti di Nicola Luca', esponente della cosca Mancuso, già condannato a 14 anni di reclusione per associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti. L'ennesimo esempio di come mafia e gioco d'azzardo siano legati.

L'ultimo numero di Narcomafie entra nel dettaglio di queste relazioni pericolose. Sorprendenti i numeri dell'inchiesta: dal 2003 si è assistito a un incremento della spesa delle famiglie destinata al gioco e dai 17,3 miliardi del 2003 si è passati a 35,4 nel 2006, per arrivare ai 54,4 del 2009. E per il 2010 si prevede di superare i 60 miliardi. Un'industria del calibro di Fiat, Telecom e Enel, con un fatturato che nel 2009 ha raggiunto il 3,7% del Pil ma di cui solo 8,8 miliardi di euro sono tornati all'erario. La crescita delle entrate dello Stato è inversamente proporzionale allo sviluppo del gioco: si è vista una riduzione del prelievo erariale dal 29% nel 2004 sino al 16% del 2009. Le newslot, capaci di raccogliere nell'ultimo anno oltre 25 miliardi di euro, raccolgono il doppio della cifra, ma gli altri 25 miliardi sfuggono alle registrazioni. Il business delle macchinette alterate riguarda 300mila postazioni, ed è quasi impossibile controllarlo. La regolazione del gioco in Italia è talmente deficitaria che la criminalità organizzata non si preoccupa neppure di imbastire un sistema di gioco d'azzardo illegale: le basta inserirsi nei circuiti legali. Sono stimati in 2 miliardi e mezzo gli introiti della "mafia da gioco" nel solo 2009. Del resto basta guardare al numero di Procure impegnate su questo tema nell'ultimo anno, ben 12, da Catania a Genova, passando per Palermo, Caltanissetta, Potenza, Ancona, Reggio, Napoli, Roma e Firenze. E poi su fino a Torino e Milano. È un business che non conosce confini.

Il dossier di Narcomafie non trascura però di affrontare altri aspetti del problema, dalle dipendenze all'aumento di giocatori patologici. Costi sociali per cui lo Stato non fornisce adeguate risposte né di prevenzione né i cura.

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